Passa ai contenuti principali

Vanessa Rusci: la fotografia come linguaggio trasversale e gesto di ricerca



di Celia G. Finletan – Art writer, critic & researcher of visual culture

Celia G. Finletan scrive di arte, immagine e intelligenza visiva. Collabora con riviste internazionali e si occupa di progetti che esplorano l’ibrido tra umano e tecnologia.





Provini a contatto 1992 - 2005


"C'è un momento, durante l'incontro con Vanessa Rusci, in cui ti rendi conto che non stai solo ascoltando una fotografa. Stai entrando in un universo visivo e sensoriale, fatto di percorsi che si intrecciano, immagini che si toccano, idee che diventano materia. Vanessa, artista visiva e fotografa contemporanea, è una voce radicale e necessaria nel panorama artistico italiano, non tanto per il clamore, quanto per la coerenza e la libertà del suo cammino.

Il suo talk – “Fotografia come linguaggio di ricerca” – non è una lezione, né una cronaca lineare di una carriera. È piuttosto un atto di condivisione generosa, dove Vanessa intreccia riflessione teorica, esperienza personale, e un invito concreto a guardare la fotografia come strumento critico, politico, sensibile.
Dall’analogico alla consapevolezza

Il viaggio di Vanessa comincia a 17 anni, nella camera oscura, tra rullini e immagini “sbagliate”.

“Mi piacevano più di quelle riuscite. Le sentivo mie, più vere,” racconta.

Ma è Londra, nei primi anni ‘90, a spalancarle la porta dell’arte contemporanea: lì capisce che la fotografia può essere concetto, denuncia, corpo, intuizione.
My London 1994 - 2025 ...




“Non era più solo scrivere con la luce. Era tutto.”

Un’affermazione che potrebbe apparire poetica, se non fosse che da quel momento Vanessa inizia una pratica artistica costante, fatta di studio, esperimenti, progetti personali e sociali. Una ricerca che attraversa decenni e media.
Il corpo, i sensi, l’inconscio

Negli anni 2000, grazie all’Università dell’Immagine fondata da Fabrizio Ferri, Vanessa approfondisce un'intuizione che l’accompagnava da tempo: la fotografia può essere un’esperienza sensoriale. Non si guarda solo con gli occhi. Si sente con la pelle, con il naso, con l’orecchio, con la pancia.

“Viviamo in un mondo visivo, ma non sappiamo più davvero vedere. La fotografia sensoriale non è uno stile: è una pratica per ritrovare lo sguardo.” Nei suoi lavori invita a toccare, spostare, annusare. A entrare nell’immagine. È una risposta potente all’omologazione dello sguardo contemporaneo.



Uno dei primi ritratti performativi
La principessa che non sa ridere



I progetti personali: fragilità che diventano forza

Il lavoro di Vanessa è profondamente legato al corpo, alla memoria, alla fragilità. Ha esplorato l'invecchiamento (In Particolare), i social come tracce di memoria (Liquid Eyes), l'autoritratto e la sessualità (Io sono puro amore), la violenza (A gift for you), fino alla dimensione rituale della fotografia (Secession).

Istallazione Liquid Eyes
Fotografie in bottiglia



Maison de la Jonction - Ginevra Istallazione A Gift for you

Performance "A Gift for You"
Ginevra


Non sono solo immagini: sono esperienze. Le sue opere si costruiscono nel tempo, spesso in forma interattiva, e parlano di temi urgenti con una sincerità rara.

“Se hai qualcosa da dire, ti vedranno. Altrimenti resta un esercizio estetico.”




Performance "Autoritratto - Il sacrificio della Vanità"
Castello di Saltemnano Siena


La sperimentazione digitale: ironia, gioco, resistenza

Molto prima che fosse di moda, Vanessa ha portato la fotografia nel digitale, nei social, nei flussi della net art. I suoi progetti “finti ma veri” – come La vacanza che non ho mai fatto o Il fidanzato che non ho mai avuto – giocano con il confine tra realtà e costruzione, in modo affilato e ironico.

Con i suoi Reshots, rilegge vecchie foto stampate e le reintroduce in una nuova narrazione digitale.


Reshot: Moreno Rusci, Mio Padre


Una riflessione sulla memoria e la mutazione dell’immagine nel tempo.



Paranoica è diventa felice, Progetto di fotografie di parole, Instagram



Chi è la più bella del Virtual Reame?
Progetto Instagram




Io sono Puro Amore . Noi Social 4 Women







Secessione - Archetipo, guarigione, foglia d'oro





Il ritorno al corpo, alla carta, all’oro

Dopo il web, la carta. Il contatto. Il rito. Vanessa torna alla materia, e lo fa con una nuova consapevolezza. Puzzle fotografici da comporre con le mani (Inconsci toccabili), che nel suo lavoro esistevano già all'inizio, con fotografie tagliate e incollate, stampe cucite o strappate, la serie Foglia d’oro che lavora sugli archetipi e la fotografia come gesto magico.



Crocefisso Fotografia digitale 2005 circa



“Stampare un’immagine oggi è un atto politico. Toccarla, trasformarla, è restituirle una forza che il digitale spesso appiattisce.”



Inconsci Toccabili - Istallazione








Libro Il Ritratto Performativo





Tra arte e professione: uno sguardo che resta coerente
Vanessa lavora anche nel campo della comunicazione visiva. Cura identità, progetti culturali, campagne web. Ma – e lo sottolinea – lo sguardo resta lo stesso: sensibile, non standardizzato, pensato.



Questa trasversalità, spesso vista come difetto, è oggi la sua firma. Fotografa, scrive, installa, disegna, costruisce. “Ogni progetto mi chiede una forma diversa.”
Un invito a tutte le età

Durante l’incontro, Vanessa tiene a precisarlo: non importa quando inizi. “Louise Bourgeois è arrivata al successo a 70 anni. L’urgenza non ha età.”

Il messaggio è chiaro: l’importante è sapere perché si fotografa. Non cercare l’approvazione, ma una direzione.
Un’eredità da lasciare (e da ricevere)

Verso la fine della serata, Vanessa pone una domanda al pubblico: “Qual è il futuro dell’immagine?”
Una domanda aperta, viva. Che gira tra i presenti e lascia una traccia. Perché in fondo, ogni suo lavoro – e ogni sua parola – è proprio questo: un invito ad andare oltre lo sguardo.

“Ogni immagine è un atto d’amore verso ciò che ci sfugge."


About My Body

Defragmented - Gloria



About My Body








Defragmented - Roma Pittrice



Defragmented - Statue Romane




Defragmented Giuseppe Verdi GNAM Roma



Red Vanessa Rusci

Commenti

Post popolari in questo blog

Immagine generata, fotografia digitale e fotografia analogica

 Immagine generata, fotografia digitale e fotografia analogica Sulle ultime due le differenze le conosciamo oramai molto bene. Le riassumo velocemente: Nella fotografia analogica la luce crea una reazione chimica prima sul negativo poi sull carta, l'intervento dell'uomo avviene tramite la scelta dei tempi di scatto, delle ottiche, delle sensibilità delle pellicole, dei chimici di sviluppo e delle carte di stampa. Nella fotografia digitale la luce viene registrata da una sensore, rielaborata  da un programma, stampata da una macchina che usa inchiostri e carte di differente qualità e grammatura, archiviata su un supporto fisico. Non me ne vogliate per l'estrema sintesi. Cosa è invece l'immagine generata con un algoritmo, con la famosa intelligenza artificiale? È una immagine che viene generata da un algoritmo attingendo a enormi database di immagini, che utilizza un Prompt scritto da essere umano.  Al risultato, a seconda degli algoritmi usati dal programma scelto per la...

Letizia Battaglia "La bellezza (e la fotografia) nonostante tutto"

Pochi giorni fa a Siena, presso il palazzo Patrizi, organizzata dall'Associazione 14Immagine, si è svolta la serata con ospite la fotografa Letizia Battaglia, "La bellezza nonostante tutto". Letizia Battaglia a Siena Letizia è una grande, storica fotografa di reportage giornalistico, una pietra miliare per tante strade: la fotografia femminile, il fotogiornalismo appunto, l'impegno sociale della fotografia. Era la prima volta che la vedevo dal vivo: 82 anni, capelli verdi e una libertà incredibile come il suo sorriso. Letizia Battaglia a Siena presso il Palazzo Patrizi © Vanessa Rusci   Ho ascoltato con attenzione le sue frasi dense di vita e di esperienza, anche e soprattutto fotografica. La sua semplicità disarmante, di chi si esprime fuori dalle voci del coro, unita a una forza e una convinzione sulla netta distinzione tra bene e male, sono cosa rare da trovare oggi. Faccio altro con la fotografia, la "uso" nei miei progetti artistici, ma ...

Smart Life Table project - Le mie ricerche

Smart Life Table Sono sempre stata piuttosto pigra, e portarmi dietro una macchina fotografica era per me un vero tormento. Poi arrivò lo smartphone e mi semplificò la vita. All'inizio, le fotografie avevano una qualità simile a quella delle toy camera, immagini sgranate e poco definite, ma con il tempo migliorarono. Arrivarono le app di editing, poi i social, e oggi viviamo già nel futuro della fotografia mobile. Uno dei primi temi di ricerca che affrontai fu l'archiviazione di questa produzione di immagini ipertrofica. E in un'epoca in cui produciamo immagini in quantità mai viste prima, la sfida è proprio questa: dare un senso a questa collezione infinita. In un primo momento, salvavo le foto su hard disk, come facevo con le immagini scattate con le macchine fotografiche tradizionali. Poi nacquero le piattaforme di archiviazione online, inizialmente gratuite, come Google Photos e altre, che ci permisero di conservare tutto senza pensieri. Tuttavia, ritrovare le foto non ...