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VaRu alla Photographers' Gallery di Londra e i vincitori del premio Deutsche Börse Photography Foundation Prize 2025

VaRu alla Photographers’ Gallery – Londra, Maggio 2025

Durante il mio ultimo soggiorno a Londra ho avuto il piacere di visitare una delle esposizioni fotografiche più significative dell’anno: il Deutsche Börse Photography Foundation Prize 2025, ospitato presso la storica Photographers’ Gallery.

Un’occasione imperdibile per chi ama la fotografia come linguaggio critico, sociale, poetico.

In quell’occasione, ho lasciato anche una cartolina del mio progetto “VaRu – Proposte di Pace per il Futuro”, un piccolo gesto simbolico per tessere connessioni tra l’arte contemporanea e il lavoro che da anni porto avanti per promuovere la cultura della pace. 






Il Premio

Il Deutsche Börse Photography Foundation Prize, fondato nel 1996, è uno dei premi internazionali più prestigiosi nel campo della fotografia contemporanea.

Ogni anno celebra artisti che, con mostre o pubblicazioni, hanno dato un contributo significativo e innovativo al linguaggio fotografico.

L’edizione 2025 ha presentato un quartetto di artisti estremamente diversi per approccio e poetica, ma accomunati da una profonda riflessione su temi urgenti: migrazione, comunità, identità, memoria familiare e rituali intergenerazionali.

Gli artisti finalisti:

Cristina De Middel (Spagna, 1975), Rahim Fortune (USA, 1994), Tarrah Krajnak (Perù, 1979), Lindokuhle Sobekwa (Sudafrica, 1995).

La prima cosa che mi ha colpito è stata l'eterogeneità di età e di provenienza, poi il livello elevatissimo della fotografia e delle ricerche.


Cristina De Middel (Spagna, 1975) –  esplora il confine tra fotografia documentaria e costruzione narrativa, interrogandosi sul ruolo dell’immagine nella creazione di stereotipi e sulla fragile relazione tra fotografia e verità.

Nel progetto esposto, racconta la rotta migratoria centroamericana come un viaggio epico, ispirandosi a Viaggio al centro della Terra di Jules Verne. Il percorso, che va dal confine tra Guatemala e Messico fino a Felicity (California), viene rappresentato non come una fuga, ma come un’odissea umana.

De Middel mescola fotografia documentaria, immagini costruite e materiali d’archivio, creando narrazioni complesse che sfidano le rappresentazioni riduttive della migrazione diffuse dai media.

È il lavoro che mi ha colpito più di tutti.

L’allestimento è straordinario: provoca un disagio visivo che risulta perfettamente coerente con il progetto. Ho trascorso molto tempo davanti alle opere, cercando di comprendere cosa significhi davvero essere un migrante, provando a mettermi nei panni di chi lascia la propria casa inseguendo una terra promessa.

Un lavoro profondamente contemporaneo e, al tempo stesso, esteticamente potentissimo.

Per approfondire

https://thephotographersgallery.org.uk/dbpfp25-cristina-de-middel

Video intervista:

https://www.youtube.com/watch?v=mZJZilC0VFE&t=3s

Cristina De Middel


Cristina De Middel
Appunti visivi che ho preso alla Photographers' Gallery








Rahim Fortune (USA, 1994) – usa la fotografia per interrogarsi sull’identità americana, concentrandosi sulle storie di famiglie e comunità nere nel Sud degli Stati Uniti, in particolare in Texas.

Nel progetto Hardtack, prende spunto da un pane semplice e resistente, usato durante la Guerra Civile, come metafora della resilienza della cultura afroamericana. Attraverso ritratti intensi di giovani bull-riders, danzatori religiosi e reginette di bellezza, celebra i rituali di passaggio che tengono vive le tradizioni comunitarie.

Fortune unisce fotografia vernacolare e d’archivio per riflettere sul legame storico tra la sua comunità e l’atto stesso del fotografare. Il suo lavoro intreccia memoria personale e documentazione sociale, in un omaggio sentito alla terra che lo ha formato, umanamente e artisticamente.

Per approfondire

https://thephotographersgallery.org.uk/dbpfp25-rahim-fortune

Video intervista:

https://www.youtube.com/watch?v=3qfyVdeqaHc&t=51s


Rahim Fortune




Anche questo lavoro mi ha trattenuto a lungo nella stanza. Ogni immagine racconta una storia da "ascoltare". Fondamentali le didascalie, che rivelano cosa l’artista ha scelto e cosa ha realmente scattato: così il racconto prende forma, svelando un mondo sconosciuto, ignorato sia dalla storia ufficiale che dai media. Un lavoro bello, interessante e soprattutto non ridondante: poche immagini, ma estremamente potenti.

Tarrah Krajnak (Perù, 1979)  è un’artista peruviano-americana che utilizza la fotografia come strumento di ricerca e riflessione critica. Nei suoi lavori, realizzati nell’arco di vent’anni, confonde i confini tra autoritratto, performance, realtà e finzione.

Fortemente legata ai processi artigianali, Krajnak stampa personalmente le sue immagini, sperimentando con tecniche come cianotipia, antotipia, stampa a pigmenti e gelatina d’argento.

Il suo corpo è spesso protagonista delle opere, con cui rilegge e reinterpreta visivamente i grandi maestri della fotografia, opponendosi ai canoni storici tradizionali. I suoi progetti si sviluppano tra studio, campo e camera oscura, in un dialogo costante tra intimità, memoria e critica culturale.

Un lavoro tecnicamente valido, ma che mi ha coinvolto meno degli altri. Forse inizio a provare una certa insofferenza per le citazioni e le “cover” fotografiche.

Per approfondire

https://thephotographersgallery.org.uk/dbpfp25-tarrah-krajnak

Video intervista:

https://www.youtube.com/watch?v=PKhuH87LalA


Tarrah Krajnak




Tarrah Krajnak





Lindokuhle Sobekwa (Sudafrica, 1995), fotografo sudafricano, ha vinto il Deutsche Börse Photography Foundation Prize 2025 con un progetto profondamente personale: I Carry Her Photo with Me.

Il lavoro nasce dal ritrovamento di una vecchia foto di famiglia, da cui era stato tagliato il volto della sorella Ziyanda, l’unica immagine che gli sia rimasta di lei. Dopo anni di silenzio e distanza, Ziyanda è tornata, malata, ed è morta poco dopo.

Il progetto unisce fotografie, appunti scritti a mano e immagini d’archivio familiare in una pubblicazione simile a un album-scrapbook.
Sobekwa esplora il lutto privato ma anche la dimensione collettiva delle assenze, frammentazioni e traumi storici ereditati dal colonialismo e dall’apartheid in Sudafrica.

Un'opera intima e potente, che interroga la memoria e dà forma visiva a ciò che spesso resta invisibile o non detto.

Citazione dell’artista:

È un grande onore. Ho sempre ammirato chi ha ricevuto questo premio prima di me. In un tempo come il nostro, essere un fotografo e un narratore in Sudafrica è più importante che mai.

Lindokuhle Sobekwa at the The Photographers Gallery 2025The Photographers Gallery 2025

winner of the Deutsche Börse Photography Foundation Prize 2025 for the book I carry Her photo with Me, published by MACK in 2024.winner of the Deutsche Börse Photography Foundation Prize 2025 for the book I carry Her photo with Me, published by MACK in 2024.

The Photographers Gallery 2025

The Photographers Gallery 2025

The Photographers Gallery 2025



The Photographers Gallery 2025

The Photographers Gallery 2025




Per approfondire

https://thephotographersgallery.org.uk/dbpfp25-lindokuhle-sobekwa

Video intervista:

https://www.youtube.com/watch?v=OJ55K1Hs1nA&t=53s


Gli altri finalisti hanno ricevuto un riconoscimento di £5.000 ciascuno.


Oltre il Premio: altre mostre in galleria

Oltre alla mostra principale, la Photographers’ Gallery ospitava anche altri progetti collaterali, tra cui mostre su fotografia sperimentale, nuove tecnologie visive, arte generativa e IA. Ve le racconto in un altro post!

Uno spazio, dunque, in continua trasformazione, che guarda al presente e al futuro della fotografia come strumento di conoscenza e cambiamento.

Perché questa esperienza mi ha toccata

Come artista e curatrice, credo che l'arte visiva non sia solo osservazione, ma partecipazione.

Essere lì, tra opere che parlano di perdita, migrazione, identità e memoria, e lasciare anche solo una cartolina di VaRu, con il permesso della direzione, è stato un modo per connettere la mia ricerca a un contesto internazionale, dove la fotografia diventa voce, testimonianza, atto politico.

La visita mi ha ispirata, motivata, e ha rafforzato la mia convinzione che i linguaggi artistici, se guidati da etica, cura e consapevolezza, possano generare spazi di dialogo e trasformazione reale.

Inoltre, ho constatato che la fotografia è tutt’altro che morta. Durante la mia lunga permanenza a Londra, ricca di eventi legati al mondo fotografico, ho percepito un cambiamento in atto: una vera e propria rinascita. Non vedevo così tanti fotografi con reflex al collo, accompagnati da modelle e intenti a cercare location e soggetti per strada e nelle piazze, da moltissimi anni.

Forse l'AI darà nuova consapevolezza e nuova dignità alla fotografia?

Vuoi saperne di più?

Sito ufficiale Photographers’ Gallery – Deutsche Börse Prize 2025
 Scopri il mio progetto VaRu – Proposte di Pace per il Futuro


 Vuoi ricevere una delle cartoline d’artista di VaRu per Proposte di Pace per il futuro?

Scrivimi o lascia un commento qui sotto!


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